Nella pippa c’è
il concetto di rispetto. Il rispetto di rinunciare alla mediocrità dei primi
appuntamenti, quelli in cui ti vengo a prendere con l’automobile appena lavata,
vestito come piace a te, ti apro la porta e ti porto i fiori. Quelli in cui te,
sei una figa astrale, con trucco perfetto, capelli fatti e tacchi a spillo.
Quelle serate in
cui ci innamoriamo di “Ma dai!??!!? Lavori anche tu??! Abbiamo un sacco di cose in comune”, in cui afferriamo le
banalità con forchetta e coltello, in cui io sono un fan di Tiziano Ferro e tu,
donna, ti senti già madre di una famiglia perfetta.
Nella pippa c’è
il rispetto verso l’attesa. La rinuncia a quella squallida chiantella in cui c’è
solo eiaculazione da eccitazione incontinente e l’orgasmo dell’illusione.
C’è il rispetto
verso se stessi, il rispetto dello “sticazzi, basta che godo io!”, del “regà,
guardate chi me so scopato!”, il rispetto di non fingere pur di spruzzare.
C’è il profondo
rispetto verso il proprio pisello. Nel non trattarlo come un biscotto “Ritornello”
da inzuppare in un caffellatte tutte le mattine per fare colazione. C’è invece
il rispetto di trattarlo come un ottimo Gin, da assaporare in un bicchiere Martini
dopo averlo raffreddato con del ghiaccio e mescolato con del Vermouth.
Nella pippa c’è
il rispetto verso qualcosa che va sorseggiato lentamente e non consumato
ignorantemente. L’Amore.
L’amore infatti
non esaurisce la propria gittata nel primo sorso, non è uno shot. Tuttavia è
forte, aspro e trasparente.
Così quando
incontri l’amore, te ne accorgi , alzi lo sguardo e stacchi finalmente la mano
dal tuo corpo quasi ad indicare la meraviglia verso l'altro. Tenti di sfiorarlo, come per rassicurarti che sia vero. Così,
come nella Creazione di Adamo, non capisci se è Dio che ti vuole toccare oppure ti ha appena finito di plasmare con le sue mani. Eppure sei lì, inebetito che lo
guardi. L’Amore, non Dio.
Nessun commento:
Posta un commento