Noto sempre più persone attratte da questo mio
essere “strano”, dal percepire un “quid” (cito). Il piacere nel seguirmi a
distanza ravvicinata. Osservare nel quotidiano l’animale selvatico allo stato
brado. Accompagnarsi con una tigre al guinzaglio. L’ammaestramento di un
animale da circo. Un perverso gusto dell’esotico (non esoterico).
Ma poi percepisco una paura tremenda quando mi giro
a porgere la mano, come quando Lucifero si propone nel tentativo di accompagnare
con la sua luce l’oscuro sentiero verso il Paradiso.
Dal rifiuto segue il disagio e si genera la nevrosi.
Dall’incomprensione nasce la giustificazione per ricreare ordine. Così Lucifero
si illude di essere un tentatore per aver cercato di far deviare dalla
naturalità. Senso di colpa e quindi il peccato.
Il Diavolo è semplicemente il figlio dell’incomprensione.
Uscire dagli schemi è rischioso. L’anticonformismo
è costoso. Non si tratta di fare gli alternativi (con lo slang di Verdone) ma
di vivere in modo diverso. Divergere dall’ordinario, dall’aspettativa.
Si tratta di passare dalla Fisica di Newton, dalla
certezza che la mela non cada mai troppo lontano dall’albero, alla meccanica
quantistica di Heisenberg: non è possibile misurare contemporaneamente e con
estrema esattezza le proprietà che definiscono lo stato di una particella
elementare. Se ad esempio potessimo determinare con precisione assoluta la
posizione, ci troveremmo ad avere massima incertezza sulla sua velocità.
Insomma non possiamo sapere contemporaneamente dove siamo e come ci stiamo
muovendo. La realtà dipende dall’osservatore.
Passare dall’affetto all’amore. Dalla stabilità
dell’avere all’indeterminazione dell’essere. Dalla vita alla morte, per
risorgere.
Dio non ci ha abbandonato, ci ha mandato un angelo
ad illuminarci la scala verso il paradiso.