giovedì 4 febbraio 2016

Adozioni Gay



La globalizzazione ha dato a tutti la possibilità di condividere informazioni e accedere alla cultura, i social hanno permesso a tutti di comunicare. Vi prego entrate nella porta della cultura è aperta, perché mi trovo a vivere in un mondo dove ognuno si sente in diritto di esprimere il proprio punto di vista senza aver riflettuto su informazioni liberamente disponibili.


Ora partiamo da un presupposto: si adotta un bambino orfano. Se è orfano è perché, nella stragrande maggioranza dei casi, i genitori lo hanno abbandonato. Significa che 2 eterosessuali si sono accoppiati, hanno generato vita, e hanno rifiutato la vita. Quindi un bambino nasce con un padre e una madre che non gli vogliono dare affetto. Le motivazioni possono essere diverse:


· Economiche. Non avevano lavoro e soldi per mantenerlo.


· Maturità. Era molto giovani e non erano pronti.


· Relazionali. Non si amavano e il figlio ha rotto un precario equilibrio.


· Superficiali. Hanno scopato in discoteca ed hanno fatto il danno.


· Culturali. Le loro famiglie non avrebbero accettato un figlio “fatto così”


Quindi 2 persone di sesso, che possono procreare accoppiandosi, procreano e rifiutano di creare una famiglia.


Sto bambino è solo.


Poi ci sono altre coppie di etero – tipologia 1 – che, per cause di forza maggiore, non possono avere figli. Si amano ma la natura ha detto no, nemmeno fosse l’uomo Del Monte. Loro appartengono alla “classe” di coloro che possono avere figli ma la natura ha negato loro la possibilità di avere figli. Hanno peni e vagine ma non hanno la vita dentro, nonostante si amino. Curioso no?


Poi ci sono coppie di omosessuali – tipologia 2 – che, tecnicamente e singolarmente potrebbero avere figli, ma non posso avere figli. Si amano ma la natura li ha dotati di un amore sterile: hanno uteri e scroti con la vita dentro ma non possono riprodursi, nonostante si amino. Curioso no?


Sto bambino è sempre solo. A chi lo facciamo adottare?


Solo agli etero, perché per i gay è contro natura: è no! La natura ha negato a entrambi di avere figli. 


Entrambe le tipologie possono avere soldi per mantenere il figlio, se ne facciamo una mera questione di sostentamento. La casa diventa un albergo.


Entrambe le coppie possono essere mature per accoglierle o, per assurdo, la coppia gay può essere più vecchia di quella etero


La questione relazionale è facilmente superabile: tutti e 4 si possono amare a coppie. Non volete mica fare dell’amore una questione di omofobia.


Non è un problema di cultura, perché paradossalmente le famiglie dei gay sono più pronte ad accettare un cambiamento, una diversità. Ricordo che i gay sono sempre figli di etero, ed adesso accettano non solo l’amore omosessuale ma anche quello eterosessuale (il figlio adottivo).


Allora dov’è il punto? È una questione di omofobia, immagino. Abbiamo paura che i figli adottivi dei gay diventino gay, perché educati forzatamente dai genitori, e venga minato l’equilibrio sociale nonché il futuro della razza umana. Quest’ultimo punto potrebbe essere un’opportunità di selezione naturale visto che ormai siamo duri a morire e viviamo fino a 100 anni. Sul primo punto, mi faccio una domanda: allora la nostra società non è così stabile da accettare la diversità? Abbiamo il terrore che la mafia gay ci conquisti perché - tra divorzi, tradimenti, coppie di fatto e unioni civili - abbiamo devastato il concetto di famiglia tradizionale. Ora i gay assurgono a famiglia tradizionale del futuro. Che flash!


Non ne possiamo fare una questione né di morale né di natura. Men che meno una questione religiosa: perché se non siamo cattolici ortodossi, si aprono squarci inenarrabili sul concetto di peccato.


Allora è un problema sociale: l’omosessualità è una malattia e va curata. Ci sta, ma non possiamo lobotomizzare milioni di omosessuali che si sentono normali. Dobbiamo curare le famiglie tradizionali nel curare meglio i propri figli: allora investiamo denaro, sull’istruzione, sull’educazione, sui preservativi e sulla cultura per evitare che vengano al mondo figli soli. Che poi soli rimangono per tutta la vita. 


Un po’ come fa ha fatto l’Olanda per la liberalizzazione delle droghe leggere: hanno studiato, raccolto dati, comparato modelli, considerato gli effetti, assunto responsabilità per errori e poi hanno deciso.


Non so se l’omosessualità sia una malattia, nell’attesa che qualcuno lo approfondisca, ma penso che non si possa demonizzare l’amore. Penso che sia immorale chi abbandona una vita, non chi decida di accoglierla. Di qualunque sesso sia.





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