Faccio l’ultimo punto con i ragazzi, condividiamo le impressioni, pianifichiamo i prossimi passi. Giornata piena di riunioni, sono andato a mille. ringrazio tutti, riallungo le maniche della camicia, sistemo i gemelli. Metto la giacca, sistemo la cravatta. Chiudo la borsa. Sono le 21, sono in ufficio da 12 ore. Sospiro profondamente, la tensione mi provoca un respiro apneico. Metto il cappotto e, zaino in spalla, mi avvio all’ascensore.
Mi specchio, mi osservo, penso e mi dico “dai, non sei così male!”. Sono stanco, mi sento insofferente e sono insofferente verso il mondo. Vorrei bruciarlo e distruggere tutti gli stolti che mi circondano.
L’ascensore arriva al piano e si aprono le porte.
[ 44 secondi ]
Da quel preciso istante e per tutto il tempo intercorrente i 10 passi che mi separano all’uscita, in un cortile interno, sento risalire il brivido della vita che permea ogni pigmento della mia tesa pelle.
Pochi metri in cui tutta la mia aggressività diventa il moto creativo della mia fantasia
La mia bocca sorride quasi a volersi allinearsi al freddo vento che tagli il mio viso barbuto.
Socchiudo gli occhi per un attimo per immaginare meglio
Il mio corpo si emoziona
Posso violare qualsiasi mondo rotante in una remota galassia all’interno del nostro infinito universo
Lo stomaco diventa frizzante
Ogni passo incalza quello successivo
Un simposio di vivide immagini, colori vivaci, un viaggio interstellare sempre più veloce. Stupefacente
Sento di voler iniziare a correre
Come coloro che non cessano di camminare – i pellegrini russi e i beduini nomadi, continuamente sospinti col loro bastone di ulivo
Continuate pure da soli… il resto è indescrivibile
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