mercoledì 16 dicembre 2015

Amore e Morte




Quindi mi state dicendo che l’amore è morte.
Eppure si può amare solo vivendo. La morte toglie la vita e quindi nega di amare.
C’è paura di morire solo quando c’è vita. Si può amare solo quando c’è paura di morire. L’ossessione della morte rende viva la passione dell’amore. La paura della morte è la paura di non poter più amare e allora c’è vita.
Si può amare veramente solo quando c’è consapevolezza della morte.
È la morte che dona vita a un vivido e vivace amore da vivere.
La morte dona senso alla vita.
Allora non esaurire la gittata del cuore nell’amplesso, e superare quella felicità oltre ogni confine per procedere verso la sconfinatezza, è un’inconscia pulsione di morte. Un viaggio interstellare verso l’amore.
L'amore quindi mi farebbe accedere a una felicità spaventosa. Un amore perturbante in tutti i livelli semantici che, invece di rimanere nascosto e segreto, vuole affiorare nella mia coscienza.
Un amore "così totale, così assoluto che mi travolge".
L'amore mi avvicina alla passione, la passione alla donna e la donna all'abisso perturbante. Sto quindi portando dentro di me un essere irrivelato, che mi conosce ma non so nulla di lui, tranne che la mia persone è la sua ombra con i suoi appetiti inconfessabili e il suo bisogno segreto? La mia anima sorgerà e la mia morte sarà l'inizio di un pensiero per potermi comprendere.

Cari Paolo, Aldo, Rainer, Hiram per un attimo ho avuto paura di morire e di non poter scrivere questo pensiero. Quindi sono stato vivo...

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