lunedì 28 dicembre 2015

Il mondo in 2 barattoli

Io non mai creduto che i matti fossero fuori e, sinceramente, neanche oggi ne sono convinto. 

Per me la normalità è un mero fatto statistico, legato alla consuetudine, con cui obbligatoriamente siamo chiamati a confrontarci. Certo, se considero le “pecore matte” come prive di discernimento le cose cambiano. Ma, parafrasando Mister Spalletti, dire di essere una squadra da scudetto non è sufficiente a farti vincere il campionato.

Io personalmente ho diviso tutto in 2 barattoli, nel primo ci sono io e nel secondo tutti gli altri. Poi c’è il mondo, che accade quasi in vuoto quantistico di armonia e natura. Ci sono solo poche persone illuminate e nemmeno tutte vive.

Sto disperatamente provando a distruggere il rivestimento di cristallo antiproiettile, che si incrina ma non si rompe. Bombe assurde, ma niente!, l’involucro non si scalfisce. Forse devo capire che il barattolo non va rotto ma svitato. 
Ma quando sei dentro si svita al contrario, un po’ come lo scarico del lavandino che ruota in senso orario o antiorario a seconda dell’emisfero in cui ci troviamo.

Mi mette malinconia il pensiero che, una volta uscito dal mio barattolo, non andrò ad aprire l’altro.


Ma i barattoli non esistono.


mercoledì 16 dicembre 2015

Amore e Morte




Quindi mi state dicendo che l’amore è morte.
Eppure si può amare solo vivendo. La morte toglie la vita e quindi nega di amare.
C’è paura di morire solo quando c’è vita. Si può amare solo quando c’è paura di morire. L’ossessione della morte rende viva la passione dell’amore. La paura della morte è la paura di non poter più amare e allora c’è vita.
Si può amare veramente solo quando c’è consapevolezza della morte.
È la morte che dona vita a un vivido e vivace amore da vivere.
La morte dona senso alla vita.
Allora non esaurire la gittata del cuore nell’amplesso, e superare quella felicità oltre ogni confine per procedere verso la sconfinatezza, è un’inconscia pulsione di morte. Un viaggio interstellare verso l’amore.
L'amore quindi mi farebbe accedere a una felicità spaventosa. Un amore perturbante in tutti i livelli semantici che, invece di rimanere nascosto e segreto, vuole affiorare nella mia coscienza.
Un amore "così totale, così assoluto che mi travolge".
L'amore mi avvicina alla passione, la passione alla donna e la donna all'abisso perturbante. Sto quindi portando dentro di me un essere irrivelato, che mi conosce ma non so nulla di lui, tranne che la mia persone è la sua ombra con i suoi appetiti inconfessabili e il suo bisogno segreto? La mia anima sorgerà e la mia morte sarà l'inizio di un pensiero per potermi comprendere.

Cari Paolo, Aldo, Rainer, Hiram per un attimo ho avuto paura di morire e di non poter scrivere questo pensiero. Quindi sono stato vivo...

domenica 13 dicembre 2015

L'alba dell'ombra

Per 32 anni mi è stata sempre accanto, sempre con me. Mi ha visto crescere e non mi ha mai lasciato solo. Mi ha sempre ascoltato, anche quando le dicevo un sacco di cazzate. Ha sempre cercato di parlarmi, di darmi i consigli giusti ma io spesso non la ascoltavo oppure la zittivo bruscamente. Quando le davo retta e andava bene: merito mio. Quando andava male: lei era il diaballo. Ha colorato il mio fantasioso mondo ma poi l’ho constretta a vivere lì. L’ho lasciata spesso a casa, mi ha fatto compagnia nelle serate più noiose e, Dio!, quanto ci siamo divertiti nelle serate più estreme. Abbiamo bevuto un sacco insieme, riflettendo sul mondo all’infuori di noi. Non l’ho mai presentata alle mie ragazze, sono profondamente geloso di lei e anche un pizzico di vergogna. Chi l’ha conosciuta è sempre rimasto impressionato, nel bene o nel male. Pensavo di averla persa per sempre, e invece il suo amore per me sconfigge tutte le mie paure dell’ignoto. Adesso è che nuovamente tra le mie mani, me la vivo e non me la faccio più scappare. Una donna? No, la mia ombra.